venerdì 27 maggio 2011

59. 7 maggio 1995 - SUEDE

Extra Extra (Padova)
Supporter: Strangelove
Durata: 1h 10'
Prezzo: 30.000 Lire
Posizione: 1° fila
Sold-Out: No
Pubblico: 2/3



Squadra che funziona, non si cambia. Al limite si rimpolpa. 
Con questo presupposto il fantastico (mini) gruppo che era sopravvissuto alla trasferta modenese per Tricky & PJ, si riuniva per un viaggio ancora più lungo, verso Padova.
Lo sprone erano gli Suede, che ritornavano per la seconda volta in Italia con lo stesso tour visto qualche mese prima al Rolling Stone, senza però ripassare da Milano.
Con me, Filo, Vince e la Gabri si unì Walter, neoacquisto portato da Vince che sarebbe diventato col sottoscritto, protagonista di alcune delle imprese più spettacolari e mirabolanti che mi siano accadute durante i concerti!
A partire proprio da questo concerto degli Suede ... che per l'occasione erano supportati dagli Strangelove, band indie made in UK che ebbe un flebile successo per una mezza stagione ma che ai tempi di questo show, era già in via di archiviazione.
Come praticamente sempre in quegli anni o si beveva o si fumava, ma la maggior parte delle volte si faceva entrambi, dandoci dentro nell'attesa di entrare, anche perché poi una volta dentro, dalla prima fila non ci si poteva più staccare...

E prima fila fu, senza problemi. Io e Walter per la prima volta ci trovavamo spalla a spalla, appoggiati alla transenna.

C'era ancora la luce del giorno quando cominciarono gli Strangelove e un po' per quello che avevamo assunto, un po' per come si muoveva il cantante, a noi due veniva un po' da ridere. Nulla di irreparabile, solo qualche sorrisetto e sguardo d'intesa. 
Ma tutto cambiò d'improvviso. Ergendosi sulla transenna a pochissima distanza da noi, preso da un raptus che scoprimmo ripetersi paro paro a tutti i loro live, il cantante comiciò a strapparsi i capelli a ciocche.
Allora, io capisco che dovesse risultare un momento drammatico e di pathos ma io e Walter, dopo un primo momento di stupore, dopo esserci guardati negli occhi, cominciammo a ridere con le lacrime agli occhi. Ridevamo talmente tanto che fummo costretti ad appoggiare il viso sulla transenna per non risultare troppo irrispettosi.
Insomma, dopo qualche istante, mentre le risa erano ancora incontrollabili tanto fa farci piangere, sentii la voce del cantante particolarmente vicina... alzai lo sguardo e me lo ritrovai a pochi centimetri da me che urlava (credo stesse cantando) come un pazzo con uno sguardo che se avesse potuto incenerirci, non avrebbe avuto esitazioni.
Io e Walter eravamo paralizzati, con la faccia contrita nel tentativo di bloccare la risata che questa ulteriore situazione ci suscitava.
Alla fine se ne andò senza ucciderci: per un attimo pensai sarebbe andata a finire come al concerto dei Body Count, con me come protagonista del macello. 

Atroce. Ancora oggi quell'evento, quando viene ripescato dai ricordi, suscita la stessa perfetta miscela di ilarità e terrore.

Poi gli Suede: il feeling era lo stesso del primo live visto al Rolling Stone con l'ambigua sensualità di Bret come protagonista.
Per me sarebbe stato l'ultimo live a cui avrei assistito volontariamente degli Suede: la delusione del terzo disco avrebbe spento in me qualunque slancio verso di loro.

Restava il fatto che il futuro mi riservava una serie di concerti da vedere con Walter, concerti che sarebbero passati alla storia come i più assurdi di sempre. Ancora non sapevo a cosa stavo andando incontro...  


Visto con: Filippo / Vince / Gabri / Walter 

giovedì 26 maggio 2011

58. 27 aprile 1995 - FRANCESCO GUCCINI

PalaBanco (Desio)
Durata: 2h 30'
Prezzo: 17.000 Lire (1 biglietto in 2)
Posizione: Platea
Sold-Out: No
Pubblico: Pieno (5.000 p.c.)

Secondo (e per ora ultimo) concerto di Guccini. Se per il primo avevamo escogitato un diabolico e complicatissimo piano per abbassare il costo dell'entrata, per questa occasione usammo mezzi leciti: io avevo un accesso gratis in quanto accompagnatore di ragazzi disabili, Astrid prese un biglietto a prezzo pieno e dividemmo a metà. Decisamente più semplice.
Come dicevo questo fu il terzo live visto con i ragazzi de La Prateria, dopo quello di Jovanotti-Pino Daniele-Ramazzotti e il concerto corale contro l'AIDS. Il 'mio' anno di servizio civile coincise con una impennata degli eventi serali per i ragazzi: loro erano felici, io pure. Non potevamo chiedere di meglio!

Del concerto in sé non è rimasto molto nella memoria: fortunatamente il buon Francesco è solito non iniziare a suonare finché tutta la platea non è ordinatamente seduta (poi ci si alza tutti per 'La Locomotiva', fa parte della recita) e così riuscimmo a godere del concerto al meglio. Oltre a me e ad Astrid c'erano tutti gli obiettori e come sempre, quando eravamo assieme, ci dedicammo oltre che ai ragazzi, a sostanze ricreative che ci permettevano di sentirci più vicini a loro, più in sintonia.

Poi, come spesso accade, del concerto non ricordo nulla: il 'pre' spesso lascia più ricordi dell'evento in sé. 
E poi i concerti di Guccio sono fondamentalmente tutti uguali...


Visto con: Filippo / Massimo / Fabio / Roberto (Prateria) / Astrid / Ragazzi de 'La Prateria'

mercoledì 11 maggio 2011

57. 22 aprile 1995 - PJ HARVEY

Vox Club (Nonantola - MO)
Durata: 1h 15'
Prezzo: 30.000 Lire
Posizione: 1° fila
Sold-Out: No
Pubblico: Pieno (1.000 p.c.)




A volte si organizza un concerto senza sapere che diventerà una pietra miliare, un evento difficile da dimenticare.
Questo fu il concerto di PJ a Nonantola, unica data italiana del tour di 'To Bring You My Love'.
Allora ero ancora impegnato col servizio civile e con Filo decidemmo che la signora Harvey meritasse una trasferta: a noi si aggiunsero Vince e la Gabri.


In macchina mentre sfogliavo Il Manifesto scoprii che avremmo avuto il piacere di sentire (ma non vedere...) un supporter, che di nome faceva Tricky. Mai sentito prima. Vince ci disse che faceva musica tecno ... sembrava strano l'accostamento con le atmosfere di PJ, ma non avevamo ancora elementi per controbattere.
Il cielo modenese era di un grigio omogeneo e l'attesa prima dell'apertura del locale l'ammazzammo a forza di 'purini'. Non contenti del livello di psichedelia raggiunto ce ne preparammo un paio da consumare durante i concerti.


Ovvia la prima fila, molto meno ovvio il palco alto senza transenne.
Iniziò lo show di Tricky e furono chiare due cose: che c'era qualcuno più fuori di noi e che sarebbe stata una lunga indimenticabile serata. 
All'inizio pensavamo fosse un errore, che avrebbero rimediato, ma non fu così: Tricky effettuò il suo intero set al buio quasi totale: a farci capire che era sul palco il rosso della brace delle canne che non smise mai di fumare e i riflessi argentati di labbra e ciglia finte. Credo di aver raggiunto raramente un tale stato di fattanza, you know what I mean.
La Gabri non resse la situazione e la pressione crescente e se ne andò nelle retrovie. Non mi stupii: confesso che vedere un live al buio, nello stato in cui eravamo, fu abbastanza disturbante.
Ma fu anche un imprinting indelebile: Tricky in quel momento mi entrò dentro e divenne estremamente importante, musicalmente parlando, per un lunghissimo periodo. Cominciai subito a seguirlo e a collezionarlo e da lì prese il via il mio grande amore per la Trip Hop Music (non la Tecno...) che negli anni '90 fu per me quello che la Dark Music fu nel decennio precedente.


Il breve set di Tricky ci lasciò letteralmente sconvolti, ma non ebbi il tempo di riprendermi perché sul palco salì Polly Jean.
Il mix del suo corpo esile, con un abbigliamento sobrio, un trucco pesante stile Joan Crawford e l'energia alternatamente rassicurante e punk che tirava fuori con la sua voce e la sua presenza sul palco furono il colpo di grazia.
Il pubblico adorante la seguiva in estasi, tutti schiacciati a cantare e ad applaudire.

Come poche volte era accaduto prima il trasporto e il coinvolgimento fisico ed emotivo ci stremarono ed uscimmo dal Vox completamente drenati di energia, assolutamente certi di aver assistito ad un doppio live che difficilmente avremmo scordato.
 


Visto con: Filo / Vince / Gabri 
Scaletta: To Bring You My Love / Meet Ze Monsta / Working For The Man / One Time Too Many / Dress / Hardly Wait / C’mon Billy / Down By The Water / Hook / Harder / Naked Cousin / Driving / 50Ft Queenie / Fountain / Long Snake Moan / Goodnight

domenica 8 maggio 2011

55-56. 29/30 marzo 1995 - PRINCE & the NPG

The Ultimate Live Experience
The Point - Dublino (IR)
Durata: 1h 50' / 2h
Prezzo: 27.50 Ir £
Posizione: 1° fila
Sold-Out:
Pubblico: 10.000 p.c.










Prince 3.0!
Ormai non potevo più fare a meno di vederlo, questo era chiaro.
Col mio ormai consolidato amico Sebastien da Ginevra partimmo alla volta di Dublino per la mia terza tornata di concerti del mini Genio di Minneapolis.
Questa volta ci trattavamo davvero bene: avevamo addirittura una delziosa stanzetta in una altrettando deliziosa guest-house non troppo in centro, ma comoda da raggiungere.

Eravamo in Irlanda! Io con mio inglese stentato e Seb con il suo, non pervenuto, eravamo preparati ad un sicuro successo. Infatti accaddero cose inenarrabili, incontri illuminanti.
Non so sia ancora così, ma a Dublino ai tempi l'essere italiano ti rendeva automaticamente interessante: mi offrivano pinte di Guinness, mi regalavano accendini, patatine. 
Mi sembrava di vivere un sogno alcolico ... epica fu l'ultima serata in cui convinti entrambi di avviarci verso una tranquilla serata nel pub vicino al nostro alloggio, ci ritrovammo a passare la notte a cantare con i locali innaffiando la nostra ebbrezza a suon di doppi whisky. 
Tornando ai concerti, si trattava delle ultime due date del tour e, soprattutto la seconda fu un evento: la scaletta si allungò magicamente rispetto la sera precedente e, con gran stupore, nell'entrare al The Point ci venne regalata una maglietta nera degli NPG per festeggiare il tour che finiva. Che artista  generoso! In effetti non mi è mai più successo nulla del genere in centinaia di concerti visti.
L'attesa come spesso accade nel nord Europa fu lunga ma rispettosa, senza furbetti a scavalcare e con la possibilità di lunghe passeggiate per sgranchirsi le gambe.
E poi gli show, come sempre energici e trascinanti, con una scelta di pezzi che io, personalmente, non apprezzai più di tanto dato che preferivo quando andava a pescare dalle vecchie produzioni piuttosto che quando faceva pezzi recenti e misconosciuti. 
Ma il divertimento era quello vero, quello che mi faceva fare migliaia di chilometri per vedere un piccoletto cantare e ballare su un palco!



Visto con: Sebastien 
Scaletta 1:  Intro / Endorphinmachine / The Jam / Days of Wild / Now / Babies Makin’ Babies / Funky Stuff / Johnny / The Most Beautiful Girl in the World / Pussy Control / Letitgo / Pink Cashmere / Loose / Orgasm / I Love U in Me / Peach / Instrumental / 7 / Get Wild / Gold


Scaletta 2: The Purlpe Medley / Endorphinmachine / The Jam / Shhh / Days of Wild / Now / Funky Stuff / Get Up (I Feel Like Being A) Sex Machine / Johnny / Funky Stuff / The Most Beautiful Girl in the World / Pussy Control / Letitgo / Pink Cashmere / Loose / Orgasm / I Love U in Me / Peach / Instrumental / 7 / Get Wild / Billy Jack Bitch / I Hate U / 319 / Gold

venerdì 6 maggio 2011

54. 25 febbraio 1995 - R.E.M.

Monster Tour
Forum (Assago)
Supporter: Grant Lee Buffalo
Durata: 2h
Prezzo: 41.000 Lire
Posizione: Spalti
Sold-Out:
Pubblico: 12.000 p.c.




Ricordo come fosse oggi i poster in giro per Milano quando nel 1989 i R.E.M. arrivarono in città con il tour di Green, il primo album che comprai della band di Athens.
Allora non mi resi conto cosa mi stessi perdendo, la mia passione per loro non era ancora esplosa e per il momento non avevo sviluppato quella sorta di 'istinto' che mi diceva quando era il caso di cacciare il grano e andare a vedere un artista che non conoscevo approfonditamente.
Ma così andò, fu solo uno dei tanti live di cui mi è rimasto il rimorso di non aver visto.
Arrivò il 1995 e dopo 6 lunghissimi anni i R.E.M. tornavano con due date al Forum, a supporto di 'Monster'.
Con me, per la prima volta, Vince: ci eravamo conosciuti qualche mese prima e da poco si era trasferito dalla Sardegna per studiare. Fu un'ottima occasione per dare il via ad una grande amicizia e ad una lunga serie di live-show a cui abbiamo assistito assieme... Certo, la vera passione che ci accomunava si chiamava Depeche Mode, ma di li a poco avremmo avuto varie occasioni per toglierci anche quella voglia.

Optammo per gli spalti: nessuno dei due aveva voglia di svariate ore di ressa e calca. Prendemmo posto sul lato destro, di fianco al palco, sostenuti in questa decisione dalla totale assenza di casse o di qualunque altra installazione che potesse ostruire la visuale sulla scena.
Come supporters suonarono i Grant Lee Buffalo, band dalle profonde radici rock-folk americane: non mi innamorati di loro, ma apprezzai il set.
In un'atmosfera incendiaria (scoprii in quell'occasione quanto i fans italiani fossero numerosi e devoti alla band) i 4 musicisti attaccarono lo show con l'energica 'What's The Frequency Kenneth': coperto da una pelliccia bianca e con enormi occhiali da sole in viso, Michael Stipe era quel tanto eccessivo da far media col palco minimale.

 
La sua presenza scenica era a dir poco totale: movenze sexy e apertamente ammiccanti coinvolgevano un pubblico adorante in un vortice di emozioni che personalmente avevo provato solo in presenza dei Depeche (soprattutto) e dei Cure. 

La gente era chiaramente parte dello show, coinvolta in prima persona.
Michael Stipe era travolgente, poche volte mi sarebbe capitato, anche in futuro, di vedere sul palco un artista così istrionico ed animalesco.

La prima trascinante parte del concerto lasciò spazio anche a pezzi in cui i REM sono specialisti, le ballads. Abbandonati pelliccia ed occhiali (ma sempre con un rassicurante leggio di fronte a lui) e con una mise composta da jeans e maglietta il Michael più intimista dimostrò a tutti quelli che ancora non lo sapessero, di essere al meno pari a quello trascinante. Indimanticabile la splendida cover di Wicked Game di Chris Isaak.

Poi sul palco e nei 12.000 del pubblico accadde qualcosa di eccezionale (che peraltro si ripete quasi identico a tutti i concerti dei REM a cui ho avuto la fortuna di partecipare): durante 'Losing My Religion' vidi (e sentii) il pubblico appropriarsi di una canzone, renderla sua e cantarla più forte della band. Io e Vince ci guardavamo increduli: pensavo sarebbe esploso il Forum tanta era l'energia che veniva dagli spalti e dalla platea. Ero spettatore e protagonista di un momento catartico, commovente per il coinvolgimento che riusciva a creare.
Poi, come sempre accade, gli artisti salutano e ringraziano, abbandonano il palco e mentre la speranza che possano rientrare in scena ancora illumina gli occhi degli spettatori, le luci si riaccendono.
Nell'uscire dal palazzetto mi rendevo conto di essere svuotato di energia, di aver ballato, urlato, cantato per due ore, senza posa, di essermi speso senza accorgermene, in una sorta di trance. E questo non accade a tutti i concerti.
I REM diventarono con quel live, di pieno diritto, una delle mie band evergreen preferite: ci sarebbero state tante altre occasioni per incontrarci con gran soddisfazione reciproca!

Un'ultima nota: dopo quello show, esattamente una settimana dopo, il batterista Bill Berry ebbe un aneurisma cerebrale mentre la band era in concerto a Losanna. Il tour venne interrotto e ripreso 3 mesi dopo.


Visto con: Vince
Scaletta: What's The Frequency, Kenneth? / Crush With Eyeliner / Turn You Inside-Out / Circus Envy / Finest Worksong / Try Not To Breathe / You / Me In Honey / I Took Your Name / Revolution / I Don't Sleep, I Dream / So. Central Rain / Tongue / Half A World Away / Country Feedback / Man On The Moon / Departure / Losing My Religion / Get Up / Star 69
encore: Let Me In / Everybody Hurts / Bang And Blame / Wicked Game / It's The End Of The World As We Know It (And I Feel Fine)

53. 17 febbraio 1995 - JOE JACKSON

Night Music Tour
Teatro Smeraldo (Milano)
Durata: 1h 45'
Prezzo: 30.000 Lire
Posizione: Platea (8° fila)
Sold-Out: No
Pubblico: Pieno (1500 p.c.)













A qualche anno dal primo indimenticabile concerto Joe Jackson tornava a Milano nella stessa location, al Teatro Smeraldo. Ero da solo, esattamente come nell'ulima occasione.
Dall'8° fila della platea avevo una vista perfetta del palco sul quale per l'occasione suonavano solo 4 musicisti, Joe compreso.

Preferivo la formazione tradizionale, quella più 'rock' ma come sempre il concerto fu una gran soddisfazione, con una scaletta che pescava con cura da tutti i suoi periodi musicali.



Scaletta: Home Town / Real Men / Nocturne No. 4 / Is She Really Going... / It's Different For Girls / Stranger Than Fiction / The Other Me / Nineteen Forever / Sea Of Secrets / Nocturne No. 2 / The Man Who Wrote Danny Boy / Ever After / Only The Future / Another World / Chinatown / Breaking Us In Two / You Can't Get What You Want / Got The Time / I'm The Man / Steppin' Out / Lullaby

mercoledì 4 maggio 2011

52. 1 dicembre 1994 - CONCERTITALIA

Forum (Assago)
Durata: 4h
Prezzo: Gratis
Posizione: Platea
Sold-Out: No
Pubblico: 5/6.000










Concertone benefico, sul palco solo artisti italiani: il tutto per la ricerca di una cura per l'AIDS.
A pochi mesi dal primo concerto con i ragazzi de 'La Prateria' dove in quel periodo smaltivo il mio anno di servizio civile, scegliemmo un nuovo evento che accontentasse un po' i gusti di tutti.


Questa volta si erano uniti tutti gli obiettori e il nutrito gruppo si sistemò su un paio di file in platea, inaspettattamente vicino al palco.
Mentre passeggiavo per la platea in attesa dell'inizio incrociai Mimì, col volto serio. Neanche 6 mesi e l'avrebbero trovata morta a casa sua.
Col senno di poi ringrazio di averla vista almeno una volta anche se cantò pochi pezzi: lo stesso fecero Loredana, Renato Zero e Mango (malatissimo) e tutti gli altri artisti che intervennero.
Loredana, per quanto mi riguarda era di gran lunga la più attesa, cantò 'Mi manchi' e 'Amici non ne ho': poca roba insomma... la mia storia con Loredana ebbe inizio lì. 


Il 1994 concertistico finiva lì, con 10 live visti, in netto calo rispetto all'anno precedente. Ma stava arrivano il 1995 e sarebbero stati 12 mesi zeppi di concerti indimenticabili, molti irripetibili: gli Suede avevano spalancato le porte all'Indie Brit.




Visto con: Fabio F. / Filippo / Massimo V. / Roberto (Prateria)

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